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Dougghy Described Guitar

Tue 5 Jun – Built to Spill, Jennifer Gentle

Tornare a casa di corsa, non dormire su un lentissimo treno espresso diretto a Roma, prendere le proprie orecchie che fischiano pesantemente e andare a lavorare in un call center, ecco, quando ci sono concerti così è un piacere. Avere la certezza che alcune frequenze alte le hai lasciate sotto il palco per dei musicisti così, è un tributo che si paga con un sorrisone che non finisce più. Ma si proceda con ordine.

Incuranti del fatto che all'apertura dell'Estragon ieri sera eravamo meno di venti, gli italiani Jennifer Gentle hanno preso il loro carico di facce poco convinte e groove à la The Doors, e hanno messo in luce l'acustica del posto che è senz'altro perfettibile. La prima fila era alla portata di chiunque, ma quel chiunque se ne teneva persino alla larga. La voce dei Jennifer Gentle è bene impostata su registri alti e chiari, ed essi ricordano alla lontana, molto alla lontana, le poche cose carine degli ...a toys orchestra. Da sentire una volta, ma da sentire. Poi anche basta, direi.

Poi entrano i Built to Spill, si aggiustano gli strumenti da soli. La sala si riempie solo a metà, segno che la gente non capisce un cazzo ma ci va bene così. Compare Doug Martsch e noi si comincia a scattargli foto. E poi, è subito Goin' against your mind. Doug, supportato da due chitarristi assai bravi come Jim Roth e Brett Netson, largo nella sua maglietta bianca, non guarda niente. Ha la chitarra in mano da sempre, sembrerebbe, e la suona come se stesse cercando in quale posto dell'anima ha lasciato il cartone del latte. Molto fedele alle versioni in studio, questo concerto è stato bellissimo per l'intensità dei suoni, per le luci sempre azzeccatissime (congratulazioni al tecnico!), per la voce di Doug che è così sul serio, per gli assoli ad occhi chiusi.

I rimpianti, a giudicare dalla tracklist, dovrebbero essere moltissimi. Non hanno fatto Mess with Time, Broken Chairs, Else e molte altre. Ma i Built to Spill hanno suonato per quasi un'ora e mezza soprattutto brani dagli album che precedono l'ultima fatica (solo tre le tracce da You in Reverse), tra cui una bellissima versione chitarra-voce e un filo di basso di Car ballata da alcune ragazze come se fosse, che so, Conventional wisdom. Ma come si fa??? Ma i Built to spill vi sembrano un gruppo da ballare??? Ma avete dimenticato il piedino da battere a tempo, voi che ballate e poi battete ma in quell'altro senso*???

E poi, amici miei; hanno chiuso il concerto con Randy described eternity. Si può volere di più? Forse si. Ma magari la prossima volta, che stavolta è stato bello, di più, bellissimo.

E chi non c'era, cazzi suoi!

* oh, si fa per scherzare, eh. ognuno lo visse come più gli aggradò. però dai, ballare su chitarra e voce è terrorismo, su. eh. eccheccazzo.

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